Cucine dal mondo: ecco la tradizione gastronomica e i piatti più buoni del Medioriente

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Cari buongustai quanti di voi sono appassionati di cucine straniere? Sì, perché, sebbene la gastronomia italiana sia indubbiamente la migliore del mondo, anche fuori dai nostri confini ci sono tante delizie da scoprire e gustare!

Così oggi facciamo un viaggio in Medioriente e scopriamo quali sono le tradizioni culinarie che accomunano l'Asia Sudoccidentale, l'Iran, la Turchia e l'Egitto, fra spezie, sapori insoliti e tanti piatti da provare.

Innanzitutto i pasti sono sempre preparati con grande minuzia, perché la tradizione vuole che più tempo si impiega nel cucinare un piatto, più si rende onore agli ospiti della nostra tavola.

Colazione

La colazione cambia da paese a paese, ma generalmente può essere dolce, e quindi a base di yogurt, miele e marmellate, oppure salata, con uova al pomodoro, in Turchia, o zuppa di fave, in Egitto, accompagnati da pane, olive o formaggi.

Pranzo

Il pranzo solitamente è abbastanza leggero, in città si consuma fra le 13 e le 15 ed è base di meze: cioè di una serie di antipasti gustosi come hummus di ceci, borek, cioè sfoglie sottili ripiene di formaggio, carne o yogurt, insalatine, Tabbouleh, cioè bulgur con prezzemolo, cipollotti, menta, pomodoro e cetrioli, salse con yogurt e aglio e così via.

Cena

La cena è invece il pasto principale, quindi molto più completa del pranzo e fatta di diverse portate.

Solitamente vengono preparati piatti a base di frutta, verdura, soprattutto melanzane, zucchine, spinaci e fagiolini, legumi, riso a chicco lungo con zuppe e ripieni, carne d'agnello, pollo alla brace, pesce, molluschi e crostacei.

Il tutto è arricchito da diversi tipi di salse speziate e gustose, ma anche di insalate servite assieme a yogurt o abna, cioè un tipo di formaggio bianco.

A fine cena viene sempre gustata frutta di stagione o essiccata. Molto comuni sono anche le mandorle, gli anacardi, i pinoli, le noccioline, i pistacchi e le arachidi, che vengono utilizzate anche per riempire la carne o nei dolci.

Fra le bevande immancabili sono il tè, il caffè, quello turco è davvero speciale, e succhi a base di yogurt e frutta.

Alcune delizie da provare

I piatti da provare della cucina Mediorientale sono davvero tanti, ma se proprio si dovesse fare una scelta, ecco i cinque che vale la pena non perdere.

• Çiğ köfte (Turchia)
  Originarie del sud est dell'Anatolia, sono gustosissime polpette (kofte) preparate con carne di agnello o vitello, bulgur, cipolle, concentrato di pomodoro, sale e peperoncino. Piccanti e deliziose, questo tipo di polpette si gusta solitamente assieme a foglie di insalata, prezzemolo e limone.
  
  
• Falafel (Egitto, Siria, Libano, Israele, Palestina, Giordania)
  Polpette di legumi, soprattutto fave, ceci e fagioli, insaporite di spezie, come sommacco, cipolla, aglio, cumino e coriandolo, e fritte.
  Di solito i falafel si gustano con hummus di ceci, yogurt, verdure e soffice pane arabo. Sono talmente buoni e comodi da mangiare che in Medio Oriente sono il cibo di strada più consumato.
  
  
• Tabbouleh (Turchia, Siria, Palestina, Giordania, Iraq, Armenia, Cipro)
  Un'insalata a base di bulgur, prezzemolo, cipollotti, menta, pomodori e cetrioli, condita con succo di limone e olio d'oliva.
  Il nome "tabbouleh" significa "leggermente speziato" e il piatto è decisamente l'insalata più diffusa in tutta la cucina mediorientale.
  
  
• Baba ghanoush (Armenia, Egitto, Iraq, Israele, Palestina, Giordania, Libano, Sria e Turchia)
  Una golosa salsa a base di polpa di melanzane, aglio, menta e crema di sesamo (tahina). Di solito si mangia sul pane arabo come gustoso antipasto prima delle portate principali.
  
  
• Dolma (Turchia, Armenia, Cipro, Iraq, Iran, Giordania, Siria e Libano)
  Involtini di foglie di vite che cambiano nome e composizione da zona a zona. Generalmente i dolma, che in turco significa "ripieno", sono farciti con carne macinata, riso o grano e verdure.
  A prescindere dal contenuto, sono sempre impreziositi da spezie orientali e accompagnati dallo yogurt.

di Francesca Barzanti, pubblicato il 12/04/2018