Pasta alla norma: il piatto siciliano ispirato all'opera di Bellini

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Cari buongustai, ma quanto è buona la pasta alla Norma? Beh, sapete cos'è giusto? Il piatto siciliano, precisamente catanese, per eccellenza: pasta condita con un sugo a base di melanzane fritte, pomodoro e ricotta!

Insomma davvero una delizia che caratterizza la gustosa gastronomia siciliana ma che si prepara ormai un po' in tutta Italia.

Oltre alla versione originale, esistono diverse varianti della pasta alla Norma: c'è chi frigge le melanzane tagliate a striscioline, chi le preferisce in cubetti, chi utilizza pasta corta come i maccheroni o le penne, chi invece predilige gli spaghetti e chi alleggerisce il piatto grigliando le melanzane o sostituendo la mozzarella alla ricotta affumicata.

Così noi vi proponiamo la nostra ricetta per la pasta alla norma e, mentre mettete a bollire l'acqua e preparate la salsa, io vi racconto la storia di questo piatto legato alla tradizione siciliana.

Le origini della pasta alla norma

Esistono diverse versioni sulla nascita della pasta alla Norma, la più accreditata fa risalire il celebre piatto alla Catania del 1800.

Proprio qui infatti il commediografo Nino Martoglio, a cena dall'amico Janu Pandolfini, fu talmente conquistato dal profumo e dalla bontà del piatto da esclamare "Chista è 'na vera Norma!", paragonando così la pasta alla "Norma": la sublime opera del compositore catanese Vincenzo Bellini.

Un'altra versione attribuisce invece il nome "pasta alla Norma" come tributo diretto al Bellini, a cui oggi è dedicato il teatro di Catania.

Si narra inoltre che proprio alla prima della "Norma" belliniana, il 26 dicembre 1831, sia stata presentata pubblicamente anche l'omonima pasta!

Esistono poi altre due teorie meno accreditate: la prima fa risalire il nome "Norma" a una giovane insegnante catanese che era bella e buona proprio come l'omonima pasta, la seconda invece si rifà semplicemente all'espressione dialettale "A norma", che indica un piatto fatto ad opera d'arte.

Buon appetito!

di Francesca Barzanti, pubblicato il 05/06/2018