L'intolleranza al lattosio in gravidanza può creare problemi?
Rubriche II nutrizionista risponde Gravidanza e allattamento
Domanda
Signori buongiorno,
mi è stata diagnosticata un'intolleranza al lattosio circa due anni fa tramite il breath test, a seguito di continui problemi di prurito al cuoio capelluto, passati dopo l'eliminazione totale di tutto ciò che potesse contenere lattosio per circa un mese, per poi ricominciare gradualmente a rimangiare un po' di tutto. Successivamente ho cercato di mangiare sempre un po' di tutto, tranne il latte che di per sé non è mai stato di mio gradimento, comunque non mi preoccupavo di leggere le etichette dei prodotti anzi senza esagerare mangiavo prodotti con il latte, o il gelato...insomma senza mai stare male...appena avvertivo un po' di prurito smettevo per qualche settimana, anzi ho notato in periodi meno stressanti di non avere nessun problema se ogni tanto mi mangiavo cose a base di latte.
Mi è successo però qualche mese fa, dopo aver sinceramente esagerato con delle torte con creme pasticcere, panna e cioccolato, di stare veramente male per diverso tempo, perché questo mi ha causato dei problemi intimi (candida) che ho risolto dopo diversi mesi. Questo ha causato una vera e propria paura a mangiare qualsiasi cosa a base di latte... Quello che vorrei chiedere, innanzitutto come mi devo comportare a riguardo di questo mio problema e, essendo ora anche in dolce attesa, se devo riprendere a mangiare e bere latte/latticini... perché ho la paura che a causa di queste mie privazioni quasi forzate dalla fobia di stare male, possa anche il mio bambino avere lo stesso problema.
Altra domanda, è vero che non mangiando o bevendo più latte e derivati disabituo il mio corpo, più precisamente l'enzima lattasi, a lavorare??? E può lo stress incidere sulla diminuzione di questo enzima???
Scusate la lunga storia...ringrazio ed attendo un vostro gentile consiglio.
Saluti.
Marcella da Verona
Risposta
Carissima Marcella,
bisognerebbe innanzitutto capire se il deficit di lattasi che le hanno riscontrato è parziale o totale; dal suo racconto mi sentirei di ipotizzare solo una parziale mancanza di suddetto enzima.
In genere quello che consiglio ai miei assistiti con problematiche simili è quello di capire il valore soglia al di la del quale scatta il sintomo. In tal modo limitate e scaglionate fonti di lattosio saranno di certo tollerate dal suo sistema gastro-enterico.
Per quanto riguarda la candida invece dovrebbe per un certo periodo, che solo il suo medico che la conosce le potrà indicare, sia limitare i carboidrati sia potenziare la sua flora batterica intestinale in modo che i batteri "buoni" possano tenere a banda il micete "cattivo". In genere in questi casi io consiglio una integrazione con Lactobacilli acidofili che oltre a contrastare lo sviluppo della candida producono anche l'enzima lattasi; in questo modo si prendono "due piccioni con una fava":)) Per la gravidanza sarà il suo ginecologo a decidere su eventuali supplementazioni di calcio che in certi casi si rendono comunque necessarie.
Serena giornata
Dott. Luigi Schiavo
Dott. Luigi SCHIAVO
Primo Policlinico, Seconda Università di Napoli, Ambulatorio di Chirurgia dell'obesità (IX Chirurgia Generale)
Nutrizionista (Numero Iscrizione Albo 055729)
Dottore di Ricerca [Settore Fisiologia, Endocrinologia e Metabolismo]
Socio SICOB [Società Italiana di Chirurgia dell'Obesità e delle Malattie Metaboliche]
Responsabile per la Regione Campania della Fondazione Italiana per la Lotta all'Obesità Infantile ONLUS
Esercita a:
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