Valori di ferritina bassi in dieta vegetariana
Rubriche II nutrizionista risponde Dieta vegetariana e vegan
Domanda
Salve,
la mia ragazza ha 30 anni e da circa una decina segue una dieta lacto-ovo-vegetariana (non mangia carne, nè pesce, ma uova e latte si). Ha fatto le analisi del sangue ed è risultato un valore di ferritina molto basso. Vorrei chiederle se tale tipo di dieta comporta dei rischi sia in fase di gravidanza, sia in fase di allattamento di un futuro bambino.
Inoltre vorrei chiederle se il regime vegetariano è consigliabile per la futura alimentazione di nostro figlio. Ho visto infatti che l'alimentazione consigliata da diversi nutrizionisti prevede per il bambino carne e pesce.
La ringrazio anticipatamente.
Claudio
Risposta
Carissimo Claudio,
spieghiamo innanzitutto di cosa stiamo parlando. Il ferro, importantissimo per la formazione dei globuli rossi, quando viene ingerito diventa sideremia (ferro circolante nel sangue) che oltre certi valori si va a immagazzinare nella ferritina sierica (nel sangue) e poi in quella dei tessuti. Quindi il valore di ferritina indica le scorte di ferro, e visto che è bassa vuol dire che la sua ragazza ha una carenza cronica di ferro probabilmente conseguenza di una dieta povera di ferro protratta nel tempo.
Per quanto riguarda la gravidanza bisogna tenere ancor di più in debita considerazione il valore della ferritina in quanto in gravidanza si riducono fisiologicamente i depositi di ferro per soddisfare le esigenze del feto.
In genere, quando la ferritina è bassa, ma il quadro anemico non è ancora apprezzabile, io personalmente consiglio un maggior consumo di alimenti ricchi di ferro e nel caso di un soggetto vegetariano: legumi, frutta secca e fresca, soprattutto agrumi, non tanto per il loro contenuto, peraltro modesto, di ferro, quanto per assicurare il giusto apporto di acido ascorbico all'organismo (una vitamina, la C, importante per l'assorbimento del ferro).
Infine se decideste di svezzare il/la futuro nascituro/a in modo vegetariano vi consiglio di rivolgervi ad un nutrizionista in quanto la possibilità esiste, ed io stesso ho seguito casi del genere, ma necessita di un attento monitoraggio e di associazioni alimentari particolari che abbiano il fine di inserire gradualmente nella dieta tutti i gruppi alimentari per non andare in contro a carenze che potrebbero pregiudicare il normale sviluppo.
Serena giornata
Dott. Luigi Schiavo
Dott. Luigi SCHIAVO
Primo Policlinico, Seconda Università di Napoli, Ambulatorio di Chirurgia dell'obesità (IX Chirurgia Generale)
Nutrizionista (Numero Iscrizione Albo 055729)
Dottore di Ricerca [Settore Fisiologia, Endocrinologia e Metabolismo]
Socio SICOB [Società Italiana di Chirurgia dell'Obesità e delle Malattie Metaboliche]
Responsabile per la Regione Campania della Fondazione Italiana per la Lotta all'Obesità Infantile ONLUS
Esercita a:
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