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Pane Carasau: storia dell'antico pane sardo

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Pane Carasau: storia dell'antico pane sardo

Cari buongustai, quanti di voi amano il pane carasau? Il prodotto principe della Sardegna è originario della Barbagia ed è un disco di sfoglia molto sottile e croccante, perfetto per essere conservato a lungo.

Il nome "carasau" deriva dalla parola sarda "carasare", cioè "tostare", in riferimento all'ultima fase di preparazione del pane quando viene rimesso nel forno per ottenere la tipica croccantezza.

Fuori dalla Sardegna il pane carasau viene chiamato anche carta da musica.


Come si consuma

In generale il pane carasau si consuma o al naturale, per accompagnare piatti dolci o salati, oppure immerso in acqua diventando il pane "infutsu", più morbido ed ideale per essere farcito con salumi o formaggi.

Inoltre se il pane carasau viene condito con olio e sale diventa il pane "guttiau", mentre se ogni singola sfoglia viene immersa in acqua bollente e cosparsa di pomodoro e pecorino diventa pane "frattau".

Le origini

Secondo alcuni archeologi il pane carasau era presente in Sardegna già prima del 1000 a.C., durante l'era del bronzo.

La storia più recente però racconta che l'alimento nacque come cibo per i pastori sardi. Infatti le caratteristiche del pane carasau, cioè la lunga conservazione e il grande apporto energetico, lo resero il cibo ideale per i pastori nei periodi di transumanza, quando dovevano restare lontani da casa per diverse settimane.

Così le mogli dei pastori, utilizzando soltanto la farina di grano duro o di orzo, preparavano il pane carasau abbinandolo al formaggio di capra, pecora o ricotta. Il pane carasau inoltre, grazie alla sua consistenza, fungeva anche da piatto, cioè conteneva il resto del cibo e veniva consumato per ultimo.

Come si prepara

Una volta il pane carasau veniva preparato dalle donne sarde con l'aiuto di amici e famigliari, seguendo un vero e proprio rituale. Oggi invece si prepara industrialmente seguendo 4 fasi di produzione ben specifiche racchiuse nel ciclo chiamato "Sa cotta".

Innanzitutto gli ingredienti che si usano sono semola di grano duro rimacinata, acqua, sale marino sardo e lievito naturale.

Quindi le 4 fasi di lavorazione sono:

  1. S'inthurta, gli ingredienti vengono impastati, il lievito si scioglie nell'acqua, si mescola alla farina dentro a un contenitore di legno e quindi si lavora l'impasto molto a lungo.
  2. Pesare, l'impasto viene lasciato lievitare per mezz'ora, poi viene suddiviso in diversi panetti stesi a forma di disco, coperti da un telo e lasciati ulteriormente e lievitare per 2 ore.
  3. Kokere, i dischi vengono cotti in forno ad una temperatura di 500°, quindi si gonfiano e vengono divisi in due diverse sfoglie.
  4. Crasatura, i dischi vengono nuovamente tostati e, raggiunta la giusta doratura, vengono impilati l'uno sull'altro.

Vi è venuta fame?

Ecco alcuni consigli per golose ricette a base di pane carasau:


di Francesca Barzanti, pubblicato il 07/04/2019


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