Le piante bibliche
Rubriche Cucina e dintorni Botanica in cucina
“Chi ci potrà dare da mangiare? Ci ricordiamo dei pesci che mangiavamo in Egitto gratuitamente, dei cocomeri, dei meloni, dei porri, delle cipolle e dell’aglio… ora i nostri occhi non vedono altro che questa manna…” (Nm. 11,4-6).
Dal sacro al profano… o meglio, dal profano al sacro.
Dopo le Erbe Magiche di Halloween, poche righe per continuare il discorso etnobotanico intrapreso la scorsa settimana. Oggi vorrei introdurre il nostro affezionato lettore ad un altro interessante settore di ricerca, attualissimo: la riscoperta delle nostre tradizioni botaniche e agricole attraverso i documenti di antiche civiltà e culture.
Di notevole interesse, quindi, le piante dei luoghi della Bibbia, che raccontano molto circa la loro origine e la loro evoluzione fino ai giorni nostri.
Perché ricercare la tradizione botanica negli antichi documenti biblici
L'ambiente naturale in cui il popolo di Israele realizzò la sua storia è estremamente vario: si va dal clima mediterraneo al deserto, dalle vette dell'Ermon alla valle del Giordano e del Mar Morto che si trova a più di trecento metri sotto il livello del mare, dalla valle del Nilo alle coste del Mar Rosso.
A livello biogeografico, quindi, si possono osservare ambienti ad alta energia, ricchi di biodiversità animale e vegetale, così come ambienti più estremi rappresentati dalle estensioni desertiche. E ciò che fu coltivato in quelle terre è successivamente giunto nel nostro territorio, in Europa, influenzando le gens italiche e la loro agricoltura.
I cereali
Nel brano del Deuteronomio che enumera le attrattive della Terra Promessa (Dt. 8,7-8), al primo posto troviamo l'acqua, il bene indispensabile; seguono "sette piante", di cui le prime sono cereali, cioè grano e orzo, le altre cinque alberi da frutto: vite, olivo, fico, melograno e palma da datteri.
Col termine "cereali", parola che nella tradizione latina deriva da Cerere, la dea romana delle messi, si indica convenzionalmente un gruppo di dieci piante che hanno un ruolo fondamentale nell'alimentazione dell'uomo e degli animali: riso, mais, frumento, orzo, avena, segale, miglio, panìco, sorgo e grano saraceno. Le prime nove appartengono alla famiglia delle Graminacee, l'ultima alle Poligonacee.
La storia dei cereali si identifica con la più remota storia dell'uomo, col suo passaggio da cacciatore o pescatore nomade ad agricoltore stanziale e quindi con la nascita di una società complessa: un'evoluzione basata su due elementi fondamentali, la conoscenza di piante con semi commestibili (e riproducibili) e l'invenzione dell'aratro.
Le diverse condizioni climatiche hanno fatto prevalere l'una o l'altra specie ma questi eventi si verificarono in modo analogo in varie parti del mondo sempre iniziando nelle regioni dove il terreno era più fertile per la presenza di grandi fiumi: la Mesopotamia, la valle del Nilo e del Giordano, ma anche dell'Indo, del Gange e del Fiume Giallo.
La Bibbia in moltissime occasioni parla di cereali o loro derivati (farina, focacce, pane), riferendosi ovviamente a quelli coltivati fin dai tempi antichi in Israele, Egitto e Mesopotamia.
Le cerealicole citate appartengono a quattro o cinque specie; la corrispondenza dell'antico nome ebraico con il nome botanico in qualche caso è sicura, in altri dubbia ed è su questo che storici e botanici stanno investigando.
Le aromatiche
Sono molte quelle menzionate nella Bibbia, segno che ogni grande cultura è sempre in presa diretta con le tradizioni del suo popolo e da esse trae forza e sostanza.
Ad esempio, una delle piante più dense di significato è l'issopo (Origanum syriacum): questa erbacea dai fiori bianchi, della famiglia botanica delle Labiate, cresce sui terreni aridi e sassosi e per il suo carattere selvatico e spontaneo, è sempre stata utilizzata dalle popolazioni nomadi e stanziali di tutto il Medio Oriente per insaporire i cibi e come essenza digestiva. In ebraico è chiamata "ezob" e il suo significato biblico è di purificazione. Infatti, nelle prescrizioni per la Pasqua dettate da Mosè, si legge che "il Signore risparmierà dallo sterminio le case segnate dal sangue dell'agnello, spruzzato mediante un fascio d'issopo sull'architrave e sugli stipiti della porta" (Es. 12,21-24).
Più vicine alle nostre tradizioni, il coriandolo (Coriandum sativum), la menta (Menta longifolia), l'aneto (Anethum graveolens) e il cumino (Cuminum cyminum), che venivano largamente seminati nei campi, primo esempio di erboristica ante litteram, come si può leggere in Isaia 28,25. Lo stesso Gesù, secoli dopo, utilizzerà spesso citazioni del mondo contadino nelle sue parabole e nelle sue reprimende contro scribi e farisei: "Guai a voi, che pagate la decima della menta, dell’aneto e del cumino e trascurate le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà…" (Mt. 23,23).
Qual è il senso di queste ricerche
L'importanza dei dati derivanti dalla lettura e dallo studio degli scritti antichi, contribuirà a farci meglio comprendere come le nostre attuali specie in coltivazione si siano evolute oppure si siano perse nel corso dei secoli. Il tutto a vantaggio di una migliore politica di conservazione della natura in generale e delle piante in particolare, per il loro interesse alimentare ed ornamentale.
Questo approccio è molto più vicino alla nostra tavola di quanto si pensi: lo spunto di ricerca sull'origine e l'evoluzione di erbacee ed orticole sta portando ad una vera e propria rivelazione del nostro antico mondo contadino. Così è possibile scoprire (o riscoprire, dipende dai casi) che il repertorio di prodotti della terra italiana è molto più ampio rispetto a quello che si ritrova nella grande distribuzione.
Tante varietà di frutta e verdura stanno scomparendo, in quanto il mercato le ha selezionate negativamente a vantaggio dei soliti tre, quattro tipi in esposizione sui banchi dei supermercati. E di conseguenza nessuno le coltiva più, determinando una vera e propria perdita di biodiversità.
A questo scopo nascono gruppi di lavoro per il recupero e la redistribuzione delle antiche sementi, associazioni di appassionati agricoltori che girano il nostro Bel Paese in cerca di cultivar tramandate ormai quasi a livello familiare.
Un esempio di questo lavoro è ben rappresentato dalle attività dell'Associazione "Civiltà Contadina" (www.civiltacontadina.it), che attraverso convegni e iniziative di scambio semi tra i soci, sta tentando di inserire nuovamente le orticole e le frutticole del passato nella piccola e media rete di distribuzione, di quartiere, di paese… fino alle grandi metropoli, spesso in cooperazione con la rete del Commercio Equo e Solidale.
Poiché, come già si è detto, la cultura passa anche attraverso la tavola, diviene importante salvare queste belle pagine della nostra tradizione popolare, troppo spesso considerate sacrificabili a vantaggio di una globalizzazione che appiattisce tutto…
Bibliografia
"Piante e tradizione". Grassetti, Mengassini. PanoRoma n.116, ottobre 2006.
"Le piante nella Bibbia". Edizione della Parrocchia di S. Martino a Mensola, Firenze.
"Luoghi biblici per visitatori cristiani". Ministero del Turismo. Gerusalemme, Israele.